Rose Marie Bentley è una signora americana morta lo scorso anno che visse tutta la sua (lunga) vita senza sapere di avere gli organi interni invertiti. A scoprire la condizione è stato un gruppo di studenti di medicina che si sono trovati ad esaminare il corpo donato alla scienza.
La notizia è stata data dall’Università dell’Oregon in questi giorni, ma la scoperta è dello scorso anno.
Gli studenti, iniziando a sezionare il cadavere, non riuscivano ad individuare la vena cava e si trovarono costretti a chiamare il loro Professore estremamente stupito dall’incapacità del gruppo di identificare un
vaso così semplice da riconoscere.
La vena cava c’era ma era collocata a sinistra della spina dorsale invece che a destra. Da un esame approfondito venne quindi dichiarato che la donna era un esempio di situs inversus.
Il Situs Inversus è una condizione congenita che si sviluppa prima della nascita. I meccanismi che la causano non sono ad oggi del tutto chiari anche se è certo il coinvolgimento della dineina, la proteina che determina la lateralizzazione
Fino all’avvento di sistemi più accurati di diagnosi del feto come l’ecografia non era possibile diagnosticare questa condizione e valutarne quindi le conseguenze per il neonato. In assenza di particolari patologie, come cardiopatie congenite, il situs inversus non ha particolari conseguenze sulla salute e chi ne è affetto conduce una vita normale.
È facile immaginare come nel corso della storia le persone potessero esserne affette senza esserne a conoscenza, un po’ più strana è la storia della signora Bentley che ha vissuto in un’epoca dove molti esami avrebbero potuto evidenziare qualche particolarità e quindi portare alla diagnosi.
L’incidenza di questa condizione varia a seconda delle popolazioni. In media si stima che si registri un caso ogni 10000, mentre la condizione di Situs Inversus con Levocardia, il caso della signora in questione, è più raro (1 su 22000).